1.4 Variabili
L’oggetto res_sum
è una variabile. Una spiegazione di ciò che questo significa è riportata qui sotto. “Una variabile è un segnaposto. Tutte le volte che si memorizza un dato lo si assegna ad una variabile. Infatti, se il dato è nella memoria, per potervi accedere, è necessario conoscere il suo indirizzo, la sua “etichetta” (come in un grande magazzino in cui si va a cercare un oggetto in base alla sua collocazione). Se il dato è memorizzato ma inaccessibile (come nel caso di un oggetto sperso in un magazzino), allora non si può usare ed è soltanto uno spreco di spazio. La teoria delle variabili è un ambito molto complesso nella scienza della computazione. Ad esempio, una aspetto importante può concernere la tipizzazione delle variabili. Nei linguaggi “tipizzati” (ad esempio C), l’utente dichiara che userà quella etichetta (la variabile) per contenere solo ed esclusivamente un certo tipo di oggetto (ad esempio, un numero intero), e la variabile non potrà essere utilizzata per oggetti diversi (ad esempio, una stringa). In questo caso, prima di usare una variabile se ne dichiara l’esistenza e se ne specifica il tipo. I linguaggi non tipizzati non richiedono all’utente di specificare il tipo, che viene inferito in vario modo (ad esempio, in funzione dell’assegnazione del valore alla variabile). Alcuni linguaggi (ad esempio Python) non richiedono neppure la dichiarazione della variabile, che viene semplicemente usata. È l’interprete che inferisce che quella stringa è una variabile. La tipizzazione impone vincoli d’uso sulle variabili e maggiore scrittura del codice, ma assicura una chiara organizzazione dei dati. In assenza di tipizzazione, si lavora in maniera più rapida e snella, ma potenzialmente si può andare incontro a situazioni complicate, come quando si cambia il tipo di una variabile “in corsa” senza accorgersene” (Andrea Valle).
R è un linguaggio non tipicizzato, come Python. In R non è necessario dichiarare le variabili che si intendono utilizzare, né il loro tipo.