21.1 Variabili latenti e sviluppo di uno strumento psicometrico

Quando uno psicologo sviluppa una scala di misura è meno interessato agli item della scala che ai costrutti che si intendono misurare: “Scale items are usually a means to the end of construct assessment …they are necessary because many constructs cannot be assessed directly” (p. 2). Dato che non sono osservabili direttamente, i costrutti sono detti variabili latenti. I costrutti sono interpretati come le cause (non visibili) che fanno in modo che gli item assumano un determinato valore per un determinato rispondente in un certo momento del tempo. Mentre alcune variabili, quali l’altezza, il peso, il battito cardiaco, la temperatura, possono essere misurate direttamente, i costrutti psicologici, quali l’ansia, la personalità, la qualità della vita, possono solo essere misurati indirettamente esaminando gli effetti che hanno sugli indicatori osservabili del costrutto. Gli item che vengono misurati tramite uno strumento sono gli indicatori osservati o empirici degli attributi del costrutto. Il dolore, ad esempio, è un costrutto psicologico non direttamente osservabile. Tuttavia, al dolore sono associati molteplici indicatori che sono direttamente osservabili, quali il pallore, la sudorazione profusa, ecc.

Allo scopo di misurare le variabili latenti del costrutto di interesse, lo psicologo deve identificare gli indicatori empirici del costrutto che possono essere direttamente osservabili. L’identificazione di tali indicatori empirici avviene attraverso (1) la chiarificazione del costrutto di interesse, (2) l’operazionalizzazione del costrutto, (3) la rassegna della letteratura rilevante, (4) l’analisi concettuale del costrutto.

21.1.1 Chiarificazione del costrutto di interesse

Vi sono diverse domande a cui lo psicologo deve rispondere prima di iniziare la selezione degli item, altrimenti rischia di produrre uno strumento con una scarsa validità di costrutto.

  1. Qual è lo scopo dello strumento? Che cosa lo strumento dovrà misurare?
  2. Quali altri costrutti sono associati al costrutto di interesse? In che misura essi si distinguono dal costrutto di interesse? A tali domande non è semplice dare una risposta se il costrutto di interesse è complesso e astratto.
  3. Lo strumento da costruire intende misurare le caratteristiche generali del costrutto di interesse, o intende focalizzarsi su alcuni specifici aspetti del costrutto?

Esempio 21.1 Watson et al. (2007) si sono posti il problema di costruire uno strumento atto misurare la depressione superando i limiti degli strumenti già esistenti, quali il Beck Depression Inventory—II (BDI–II; Beck, Steer, & Brown, 1996) e il Center for Epidemiological Studies Depression Scale (CES–D; Radloff, 1977). La scala costruita dagli autori prende il nome di Inventory of Depression and Anxiety Symptoms (IDAS).

Per rispondere alla prima domanda, Watson et al. (2007) fanno notare che gli strumenti esistenti comprendono contenuti non specifici, ovvero non direttamente associati alla depressione. Infatti, sia il BDI-2 sia il CES–D contengono item che fanno riferimento a vari tipi di ansia. Di conseguenza, la validità discriminante di questi strumenti risulta compromessa. Inoltre, gli strumenti esistenti non contengono item che coprono tutto il dominio del costrutto della depressione maggiore, così come specificato dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (4th ed.). Infine, un’altra limitazione degli strumenti esistenti è il fatto che essi sono stati creati per produrre un singolo item della severità dei sintomi e quindi ignorano l’eterogeneità e la multidimensionalità del fenomeno depressivo. Questo si riflette sul fatto che gli strumenti esistenti manifestano una struttura fattoriale poco chiara, nel senso che autori diverse hanno trovato soluzioni fattoriali diverse. Lo strumento che Watson et al. (2007) intendono sviluppare vuole superare queste difficoltà costruendo una scale che direttamente rifletta, in ciascuna delle sue sottoscale, gli aspetti distintivi della depressione, a differenza di quanto accade per gli strumenti BDI–II e CES–D.

Per rispondere alla seconda domanda, Watson et al. (2007) fanno notare come la depressione sia inserita in una rete nomologica di costrutti che include, in primo luogo, l’ansia. Diversamente dagli strumenti già esistenti, BDI–II e CES–D, Watson et al. (2007) si propongono espliciatamente di creare scale che riflettano gli aspetti specifici della depressione, distinti dall’ansia. Per fare questo, Watson et al. (2007) iniziano con il considerare un ampio insieme di item che rappresentano sintomi associati all’ansia. In questo modo viene perseguito l’obiettivo, all’interno dello strumento, di esaminare la relazione tra i sintomi d’ansia e quelli della depressione in modo da creare scale distinte per tali dimensioni così da aumentare a validità discriminante dello strumento.

Per rispondere alla terza domanda, Watson et al. (2007) affermano di volere sviluppare uno strumento che, nel suo punteggio generale, rifletta le caratteristiche generali della depressione mentre, quando vengono considerate le varie sottoscale che lo costituiscono, consente di misurare con precisione ciascuna delle dimensioni del costrutto esaminato.

21.1.2 Operazionalizzazione del costrutto di interesse

La definizione concettuale fornisce il significato teorico generale del costrutto. L’operazionalizzazione è invece una definizione del costrutto che ne consenta la misurazione (Vogt, 1993). Gli indicatori osservabili o empirici sono il prodotto finale di tale processo di operazionalizzazione (Keck, 1998) e diventano gli item dello strumento. Se il costrutto di interesse è stato sviluppato all’interno di un approccio teorico ben articolato, allora diventa più semplice stabilire quali siano le dimensioni che caratterizzano il costrutto, in che modo esse si possano manifestare, e in che modo possano essere misurate. Tuttavia, molti costrutti psicologici vengono spesso caratterizzati in maniera diversa da approcci teorici differenti.

Esempio 21.2 Per chiarire il costrutto di depressione, Watson et al. (2007) fanno riferimento al DSM–IV il quale elenca nove criteri sintomatici per un episodio depressivo maggiore: (1) umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto o come osservato dagli altri, (2) marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno (come riportato dal soggetto o come osservato dagli altri), (3) significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno, (4) insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno, (5) agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno (osservabile dagli altri, non semplicemente sentimenti soggettivi di essere irrequieto o rallentato), (6) faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno, (7) sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono essere deliranti), quasi ogni giorno, (8) ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno (come impressione soggettiva o osservata dagli altri), (9) pensieri ricorrenti di morte, ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o l’ideazione di un piano specifico per commettere suicidio.

Per massimizzare l’utilità dell’IDAS, Watson et al. (2007) includono item molteplici per ciascuno dei nove criteri sintomatici per un episodio depressivo maggiore. Allo scopo di assicurare che un numero sufficiente di indicatori venga incluso nello strumento per ciascuna di queste dimensioni potenziali, nell’insieme di item preso in considerazione inizialmente, Watson et al. (2007) organizzano gli item potenziali in gruppi chiamati homogeneous item composites (HIC). Essi fanno comunque notare come la costruzione di questi HIC non forza l’emergenza di un corrispondente fattore, ma soltanto consente di campionare tutto il dominio potenziale del costrutto.

21.1.3 Rassegna della letteratura rilevante

È importante per lo psicologo conoscere la maggior parte possibile della letteratura rilevante prima di iniziare il processo di costruzione di un nuovo strumento. Una sistematica rassegna della letteratura consente allo psicologo di valutare e organizzare i risultati empirici provenienti da fonti diverse che sono utili per individuare i potenziali indicatori empirici del costrutto. La rassegna della letteratura consente di sintetizzare le scoperte in un campo di ricerca, mette in evidenza gli aspetti metodologici associati al costrutto di interesse, chiarisce quali siano gli approcci teorici all’interno dei quali il costrutto è stato discusso e consente di mettere in evidenza, quando è opportuno, la “dimensione dell’effetto” attraverso le meta-analisi.

Esempio 21.3 Nel caso dell’articolo di Watson et al. (2007), gran parte dell’introduzione è dedicata alla rassegna della letteratura che viene discussa allo scopo di mettere in evidenza i limiti degli strumenti esistenti, considerare quali sono le caratteristiche degli item utilizzati, mettere in relazione gli indicatori utilizzati dagli strumenti esistenti con gli approcci teorici disponibili in relazione alla depressione e all’ansia, discutere le soluzioni fattoriali che sono state ottenute dai dati raccolti tramite gli strumenti esistenti, considerare quali aree di contenuto del costrutto non sono state adeguatamente indagate dagli strumenti esistenti.

21.1.4 Analisi concettuale del costrutto

L’analisi concettuale del costrutto è un altro metodo che può essere usato per determinare gli indicatori empirici del costrutto di interesse.

È necessario stabilire quali siano gli attributi del costrutto di interesse, includendo la specificazione degli antecedenti e delle conseguenze che derivano da esso. Si devono identificare tutti gli usi che, nella letteratura specialistica, sono stati fatti del costrutto in esame. Infine, è necessario elencare tutti gli indicatori empirici che siano mai stati utilizzati per il costrutto esaminato.

Esempio 21.4 Allo scopo di campionare efficacemente l’intero dominio del costrutto, Watson et al. (2007) hanno definito 20 HIC: Depressed Mood, Loss of Interest or Pleasure, Appetite Disturbance, Sleep Disturbance, Psychomotor Problems, Fatigue/Anergia, Worthlessness/Guilt, Cognitive Problems, Suicidal Ideation, Hopelessness, Melancholic Depression, Angry/Irritable Mood, High Energy/High Positive Affect, Anxious Mood, Worry, Panic, Agoraphobia, Social Anxiety, Traumatic Intrusions, Obsessive-Compulsive Symptoms.

Tredici HIC (per un totale di 117 item) raggruppavano gli indicatori rilevanti per la depressione. Tra questi, nove HICs (per un totale di 79 items) facevano riferimento ai sintomi di base della depressione maggiore così come descritta nel DSM–IV (depressed mood, loss of interest or pleasure, appetite disturbance, sleep disturbance, psychomotor problems, fatigue/anergia, worthlessness and guilt, cognitive problems, suicidal ideation). I quattro rimanenti HIC facevano riferimento alla presenza di sintomi della Hopelessness (Abramson, Metalsky, & Alloy, 1989), ai sintomi specifici della depressione malinconica (Joiner et al., 2005), allo stato d’animo di rabbia/irritabilità (il quale rappresenta una forma alternativa di depressione tra gli adolescenti; DSM–IV, American Psychiatric Association, 1994, p. 327), e infine ad indicatori di energia e affetto positivo (i quali sono stati specificamente associati alla depressione; Mineka et al., 1998).

Gli altri sette HIC (per un totale di 63 item) sono stati introdotti per valutare sintomi associati all’ansia. Essi sono stati raggruppati nei termini dello stato d’animo ansioso, della worry, del panico, dell’agorafobia, dell’ansia sociale e delle intrusioni traumatiche associate al PTSD.

21.1.5 Metodi di ricerca qualitativi

Metodi di ricerca qualitativi posso anche essere usati allo scopo di identificare i potenziali indicatori empirici del costrutto. In particolare, possono essere usati i metodi della ricerca fenomenologica, dell’indagine naturalistica, i focus group e lo studio del caso singolo.

L’indagine fenomenologica is pone l’obiettivo di descrivere il costrutto dal punto di vista di chi fa di esperienza di esso (Carpenter, 1999). Utili a questo proposito sono ovviamente le descrizioni che i soggetti forniscono della propria esperienza.

Nell’indagine naturalistica, lo psicologo osserva le conseguenze del costrutto così come si manifestano nel mondo naturale. Uno strumento possibile di raccolta dati è l’intervista con il paziente.

Il focus group, originariamente sviluppato in ambito economico per ottenere opinioni su un determinato prodotto (Morse & Field, 1995), ha le caratteristiche di ‘a semi-structured group session, moderated by a group leader, held in an informal setting with the purpose of collecting information on a designated topic’’ (Carry, 1994, p. 226).

Un’altra possibile fonte di informazioni è costituita dagli studi sul caso singolo.