19.10 Quale indice usare?

L’indice di attendibilità più diffuso in letteratura è il coefficiente \(\alpha\) di Cronbach. Affinché \(\alpha\) fornisca una stima dell’attendibilità del test, però, gli item devono essere \(\tau\)-equivalenti. Il modello di \(\tau\)-equivalenza richiede l’unidimensionalità del tratto latente. In pratica, tale assunzione viene spesso violata, dato che la maggior parte dei test, oltre ad un fattore generale, misurano anche altri fattori. Anche nel caso di un test unidimensionale, le comunalità degli item non sono mai uguali tra loro, violando così l’assunzione di \(\tau\)-equivalenza. In tali circostanze, se risulta soddisfatta l’assunzione di incorrelazione degli errori, il coefficiente \(\alpha\) sottostima l’attendibilità del test. Se invece l’assunzione di incorrelazione degli errori non risulta soddisfatta, allora il coefficiente \(\alpha\) sovrastima l’attendibilità del test. Per tali ragioni, l’utilità del coefficiente \(\alpha\) di Cronbach è molto limitata e, in generale, è preferibile usare il coefficiente \(\omega\) (McDonald, 1999). Altre alternative sono gli indici \(glb\) (Greatest Lower Bound; si veda, ad esempio, Ten Berge e Sočan, 2004) e \(\beta\) (Revelle, 1979).