9.2 La Teoria Classica
La CTT nasce alla fine dell’Ottocento (Alfred Binet e altri, 1894) allo scopo di studiare l’attendibilità e la validità dei risultati dei questionari utilizzati per valutare le caratteristiche psico-sociali, non direttamente osservabili, delle persone esaminate. L’impiego su vasta scala e lo sviluppo della CTT ha inizio negli anni Trenta, anche se il modello formale su cui tale teoria si basa viene proposta da Spearman all’inizio del Novecento (Spearman 1904). La tecnica dell’analisi fattoriale esplorativa (Exploratory Factor Analysis, EFA), verrà poi affinata da Thurstone (1947) alla fine della seconda guerra mondiale. Tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70, Jöreskog (1969) sviluppa l’analisi fattoriale confermativa (Confirmatory Factor Analysis, CFA). Negli anni ’70, l’analisi fattoriale viene integrata con la path analysis nel lavoro di Jöreskog (1978) che dà origine ai modelli di equazioni strutturali (Structural Equation Modeling, SEM).
Iniziamo qui ad esaminare queste tecniche psicometriche prendendo in esame, per prima, la teoria classica dei test. Seguiremo la trattazione proposta da Lord and Novick (1968).
L’equazione fondamentale alla quale si riconduce la teoria classica dei test è quella che ipotizza una relazione lineare e additiva tra il punteggio osservato di un test (\(X\)), la misura della variabile latente (\(T\)) e la componente casuale dell’errore (\(E\)). L’aspetto cruciale nella CTT riguarda la varianza dell’errore. Minore è la varianza dell’errore, più accuratamente il punteggio reale viene riflesso dai nostri punteggi osservati. In un mondo perfetto, tutti i valori di errore sarebbero uguali a 0. Cioè, ogni partecipante otterrebbe il punteggio esatto. Questo però non è possibile. Pertanto, abbiamo una certa varianza negli errori. La corrispondente deviazione standard di tali errori ha il un nome: si chiama errore standard di misurazione, indicato da \(\sigma_E\). Uno dei principali obiettivi della CTT è quello di ottenere una stima di \(\sigma_E\) in modo da potere valutare la qualità di una scala psicometrica.