87 Integrità della ricerca
- esaminare gli standard professionali presenti nei codici di condotta per l’integrità della ricerca;
- distinguere tra integrità della ricerca ed etica della ricerca;
- analizzare le pressioni e le sfide nell’aderire ai codici di condotta.
- Leggere The natural selection of bad science di Paul E. Smaldino e Richard McElreath.
87.1 Introduzione
L’integrità della ricerca si fonda su principi e standard professionali volti a garantire l’affidabilità e la qualità degli studi scientifici. Essa si distingue dall’etica della ricerca, che invece si concentra sui principi morali. Elementi chiave per l’integrità includono la condivisione dei dati, il consenso informato e la trasparenza nelle pratiche di ricerca. I codici di condotta svolgono un ruolo cruciale nel guidare i comportamenti etici sia dei ricercatori che delle istituzioni. Tra le principali sfide da affrontare vi sono le pratiche di ricerca discutibili, la fabbricazione e falsificazione dei dati, il plagio e la gestione dei conflitti di interesse. Promuovere una cultura della ricerca basata su onestà, trasparenza e rispetto dei principi etici è essenziale per preservare l’integrità scientifica.
87.2 Standard Professionali nei Codici di Condotta per l’Integrità della Ricerca
Nel contesto della ricerca, aderire a principi di condotta responsabile è fondamentale. Questi principi, spesso definiti come buone pratiche di ricerca, stabiliscono standard professionali che mirano a ottimizzare la qualità e l’affidabilità degli studi. Sebbene i concetti di base su cosa costituisca una buona pratica di ricerca rimangano stabili nel tempo, la loro applicazione pratica si evolve in risposta a cambiamenti sociali, politici e tecnologici. Un esempio significativo di questa evoluzione è l’enfasi crescente sulla condivisione dei dati di ricerca, resa possibile dall’uso di repository online gratuiti. Ciò ha portato a un’aspettativa diffusa di trasparenza e accessibilità dei dati. Allo stesso modo, la condivisione del codice utilizzato per analizzare i dati è diventata una pratica sempre più incoraggiata.
87.3 Differenziazione tra Integrità ed Etica della Ricerca
L’integrità della ricerca si basa su standard professionali, mentre l’etica della ricerca si fonda su principi morali come l’autonomia, la beneficenza, la non-maleficenza e la giustizia. Questi principi etici si traducono in pratiche specifiche, quali il consenso informato e la garanzia di verità e riservatezza nei confronti dei partecipanti. I ricercatori hanno l’obbligo di evitare studi che possano causare danni o risultare eccessivamente onerosi per i soggetti coinvolti.
I codici di condotta per l’integrità della ricerca presentano alcune variazioni tra le diverse fonti. Ad esempio, il Codice di condotta europeo per l’integrità della ricerca sottolinea l’importanza di principi come onestà, trasparenza, accuratezza, responsabilità, affidabilità, rispetto e indipendenza. Questi principi si traducono in comportamenti specifici attesi sia dai ricercatori che dalle istituzioni, come la condivisione dei dati nel rispetto delle normative sulla protezione dei dati, tra cui il GDPR europeo.
Un esempio pratico di come gli standard si siano evoluti è rappresentato dalla condivisione dei dati di ricerca. In passato, questa pratica era limitata dalla mancanza di infrastrutture adeguate. Oggi, grazie ai repository online e alla pressione esercitata da riviste scientifiche e finanziatori, la condivisione dei dati è diventata una pratica standard, riflettendo un cambiamento verso una maggiore apertura e trasparenza.
87.4 Pressioni e Sfide nell’Adesione ai Codici di Condotta
Nonostante l’esistenza di codici di condotta, i ricercatori, specialmente quelli all’inizio della carriera, possono subire pressioni da parte dei supervisori per adottare comportamenti che deviano dagli standard stabiliti. Questo è spesso dovuto alla competitività nel campo scientifico e al sistema di valutazione basato sul numero di pubblicazioni. Tali dinamiche possono portare a pratiche di ricerca discutibili (PRD), come la pubblicazione selettiva dei risultati o l’uso di analisi dei dati flessibili per ottenere risultati statisticamente significativi.
Per preservare l’integrità della ricerca, è essenziale creare un ambiente di lavoro che promuova apertura, inclusività e discussione franca delle pressioni e delle sfide etiche. Ciò richiede non solo l’adesione ai codici di condotta esistenti, ma anche un impegno attivo delle istituzioni nel promuovere la formazione etica e l’integrità tra i ricercatori. Solo attraverso un approccio di questo tipo la comunità scientifica può aspirare a una ricerca di alta qualità, sia eticamente responsabile che metodologicamente solida.
Un esempio emblematico delle tensioni nel mondo accademico è il gioco da tavolo Publish or Perish, recentemente promosso dalla prestigiosa rivista Nature. La descrizione del gioco è provocatoria:
“Falsificare dati, screditare altri scienziati, pubblicare una montagna di articoli che ricevono una torre di citazioni: i cinici potrebbero descrivere questi come passi necessari per raggiungere il successo accademico.”
Questa iniziativa solleva interrogativi sullo stato attuale della ricerca scientifica. Il mondo accademico sembra offrire incentivi distorti, mentre il sistema economico delle riviste scientifiche presenta una componente di monetizzazione che spesso entra in conflitto con gli obiettivi fondamentali della ricerca. Questo contesto favorisce l’accettazione di pratiche disoneste, funzionali al mantenimento dello status quo.
In questo scenario complesso, emergono voci di dissenso che auspicano una riforma del sistema scientifico (McElreath, 2020; Smaldino & McElreath, 2016). È necessaria una riflessione profonda su come bilanciare la produttività accademica con l’etica e la qualità della ricerca, nonché sul ruolo delle riviste scientifiche nel plasmare il panorama della ricerca contemporanea.